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The essay suggests the concept of “post-enactment” to define a set of practices concerning the realization of artistic projects that were conceived in a specific situation, not realized and then produced in subsequent contexts. It also identifies the reasons for their current spread and suggests a possible taxonomy.
In questo intervento l’autore prova ad allargare il campo concettuale dell’opera non-realizzata per includervi il destino di ciò che soggiace a inevitabili processi di trasformazione, per mettere in discussione l’idea che l’opera d’arte debba avere una configurazione materiale immutabile, così come un’interpretazione storico-critica determinata.
Marco Scotti interviews Lisa Le Feuvre on the theme of failure, discussing how to find spaces of freedom to celebrate projects which never came to light.
Elisabetta Modena interviews David Horvitz on his unrealized artworks and in particular on lessons (2021), a project made for the Nassauischer Kunstverein in Wiesbaden which changed due to the Covid-19 pandemic.
Una conversazione tra Pablo Echaurren e Cristina Casero che, riflettendo sulla pratica dell’artista e approfondendone l’approccio multidisciplinare, giunge a trattare il tema del non finito e del non realizzato.
Questo saggio tratta del sottile limite tra non finito e non realizzato. Guardando al sistema contemporaneo, l’artista delinea un profilo in cui viene abbandonato un approccio tradizionale per dedicarsi ad altre attività, necessarie per sfuggire al binomio arte/non arte e alle dinamiche del mercato imperanti.
Le esposizioni pensate per lo spazio del web rappresentano un elemento fondamentale rispetto all’archivio, alla sua accessibilità e alla valorizzazione dei materiali. Questo articolo vuole affrontare il caso studio di MoRE museum, contestualizzandolo nel dibattito relativo alle mostre sul web.
Facendo riferimento agli interventi promossi dal MAMbo durante il primo anno di crisi sanitaria, l’articolo ripercorre le sfide che di giorno in giorno l’istituzione ha dovuto fronteggiare, seguendo come linea guida quella di rimanere un luogo aperto al pubblico, capace di generare nuove prospettive.
L’autrice si concentra sul topos dei progetti non realizzati o rifiutati. Sono affrontati due casi studio legati alla sua esperienza come direttrice del Centre Pompidou-Metz, apparentemente utopici, che spingono a riflettere sulla creazione di progetti per coinvolgere maggiormente pubblico nell’azione.
Pietro Rigolo approfondisce il tema di una mostra mai realizzata di quello che viene considerato a tutti gli effetti il primo curatore “indipendente”: Harald Szeemann.
La conversazione intende proporre una riflessione sulle implicazioni della pandemia sul linguaggio performativo.
La tavola rotonda ha visto la partecipazione di Ilaria Bignotti, Alessandra Donati e Maura Pozzati intorno a una realtà, quella dell’archivio d’artista, sempre più centrale nel sistema dell’arte contemporanea, oltre che nel dibattito scientifico.
La prematura scomparsa di Paolo Scheggi (Settignano, Firenze 1940-Roma, 1971) e la sua ricerca interdisciplinare hanno prodotto numerosi progetti rimasti sulla carta, interrotti o completamente non realizzati, che sono oggetto di continue indagini da parte dell’archivio dell’artista, volte ad archiviarli e a contestualizzarli nel percorso svolto in vita, ma anche a proporli e restituirli con la collaborazione di professionisti e studiosi. Tra i casi recenti di questa attività, è il progetto ritrovato de Il Tempio. La nascita dell’Eidos, di Vincenzo Agnetti e Paolo Scheggi.
Il museo nel corso del Novecento ha cambiato più volte la sua forma, il suo pubblico e i suoi contenuti, rinnovandosi di fronte a sfide e dibattiti in corso. Questo articolo, a partire dalle pionieristiche riflessioni di Marshall McLuhan, vuole mettere a fuoco la rivoluzione digitale, ripercorrendo i momenti che ne hanno caratterizzato e riformulato la fisionomia e la natura.
Se durante la pandemia il lavoro espositivo ha rallentato fino spesso a fermarsi, la progettualità legata alla didattica e alla formazione ha trovato strade da percorrere, con il rischio dell’instabilità e dell’incompiutezza, ma anche con la prospettiva di partecipare a una evoluzione in corso.
Questa conversazione nasce dalla necessità di condividere una riflessione sulle risposte che le istituzioni culturali hanno individuato attorno al proprio ruolo e, in particolare, in relazione ai modi di fare ricerca, valorizzare il patrimonio e di comunicare. Il tema è quello dell’archivio come luogo che raccoglie un immenso e complesso patrimonio da valorizzare e che è anche il punto di partenza di progetti espositivi.
Una riflessione sull’impatto generato dalla pandemia sulle politiche delle istituzioni culturali, con un particolare attenzione alle possibili ricadute sull’archivio.
La conversazione è incentrata sul ruolo delle istituzioni culturali durante il periodo pandemico e post-pandemico. Quale approccio hanno avuto, e avranno, le istituzioni della memoria alla sfera digitale? Quale è l’apporto del digitale alle istituzioni culturali? In questa nuova dimensione digitale, come si relazionano gli artisti al museo e all’archivio? Si possono sviluppare nuove metodologie della ricerca artistica e scientifica?
La conversazione si incentra sul ruolo delle istituzioni culturali in questa fase di profonda trasformazione tecnologica e sociale, una trasformazione che la pandemia ha catalizzato sia nei termini di uno sviluppo di soluzioni sempre più innovative sia, soprattutto, nel senso di un’utilizzazione sempre più massiva dei servizi digitali, con tutte le conseguenze che ne derivano sul piano dell’identificazione delle caratteristiche della propria utenza.
Nel maggio del 2020, a due mesi dal primo duro lockdown, i curatori di MoRE hanno deciso di intervistare alcuni artisti presenti in collezione e curatori che hanno in passato collaborato con il museo su alcune tematiche che la pandemia aveva evidenziato e che da sempre sono al centro della ricerca di MoRE: dalla definizione delle dinamiche progettuali, sia artistiche che espositive, al ruolo del digitale.
Francesca Zanella Che significato ha, e quali strumenti richiede, creare un museo/archivio come luogo d’indagine storico-critica, un museo che individua come campo d’indagine un tema specifico come quello del “non realizzato” nelle pratiche artistiche contemporanee?...
Gaia Clotilde Chernetich Il dossier Gli archivi del corpo si iscrive in un percorso di ricerca e di scambio accademico articolato e ampio che, a partire dagli studi sulla danza, rintraccia i collegamenti che quest’ultima intesse con i temi dei memory studies e con le...
Nicola Catelli, Luca Di Sabatino, Paolo Rinoldi La miscellanea Disïata parola, imagine divina. Parma per Dante 2019-2021 raccoglie e mette a disposizione di un più ampio pubblico alcuni degli interventi presentati nei primi due cicli di conferenze della rassegna Parma...
Elisabetta Modena, Valentina Rossi e Marco Scotti Gli atti pubblicati in questo numero contengono i contributi proposti o maturati nell'ambito del convegno The lockdown of the projects a cura di Elisabetta Modena, Valentina Rossi, Marco Scotti e Anna Zinelli, e...
di Alberto Salarelli Il nuovo numero di Ricerche di S/Confine che queste poche righe hanno lo scopo di introdurre, tratta di un tema quanto mai attuale non solo negli ambiti di studio più frequentemente percorsi dalla nostra rivista ma, in generale, per tutto quanto...
«...La chair est triste, hélas! et j’ai lu tous les livres. Fuir! là-bas fuir!». (S. Mallarmé, Brise marine) Il quarto numero della rivista “Ricerche di S/Confine” è dedicato al tema del Viaggio; viaggio allegorico naturalmente, da intendersi nel senso etimologico...
Franco Acquaviva - Roberta Gandolfi Questo dossier è figlio di un appuntamento che il Teatro delle Selve ha promosso e organizzato con cadenza annuale, nel 2010, 2011 e 2012, sotto l'ala di un festival sui generis come Teatri Andanti, sulle sponde del lago d’Orta, in...
di Luigi Allegri Siamo al terzo numero della rivista. E il punto di partenza, lo sguardo con cui osservare la cultura e il mondo ci porta ancora a parlare di spazi. Spazi fisici, architettonici, geografici, ma anche spazi mentali e simbolici, spazi dell'istituzione e...
Muri come Elemento architettonico (superfici, supporti, strutture) Confine reale e metaforico (culture, ideologie, simboli, geografie) Dispositivo di controllo, di separazione, di razionalizzazione Iconografie, racconti, rappresentazioni Queste le parole chiave...
di Luigi Allegri Un'altra rivista? Sì, un'altra rivista. Non perché manchino gli spazi per la pubblicazione dei propri lavori, ma proprio perché tanti e forse troppi ce ne sono. Spazi che a noi sembrano spesso non adeguati, per varie ragioni. Perché luoghi di...