Le mostre. Storie e significati delle pratiche espositive – vol. VI, 1 (2015)
EDITORIALE

ARCHIVIO RIVISTA

Cataloghi: storie soluzioni e prospettive
vol. XI, n. 1 (2022)

Questo numero vuole offrire una riflessione critica sulla storia e il ruolo della catalogazione come strumento di organizzazione del sapere e di tutela dei beni culturali, anche attraverso un’analisi dell’evoluzione dell’inventario da ‘lista delle cose’ a strumento digitale di valorizzazione e comunicazione di una collezione, riflettendo inoltre sull’importanza del catalogo come forma di ricognizione individuale e/o di rappresentazione collettiva.

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Il documentario d’arte in Italia
Vol. IX, n. 1 (2018)

Cristina Casero - Sara Martin - Federica Veratelli Editoriale Full Text Federico Longari Solazzi Il cinegiornale come mezzo di propaganda: Varo e viaggio inaugurale del Conte di Savoia della compagnia Italia di Navigazione (1930) L'articolo propone un confronto tra un...

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ARCHIVIO DOSSIER

Gli archivi del corpo
Dossier 5 (2019)

Gli archivi del corpo Gaia Clotilde Chernetich Introduzione Full Text I. Gli archivi del corpo fra danza, letteratura e drammaturgia (XVIII e XIX secolo) Paolo Russo Dall'opera al ballo e ritorno: Cesare in Egitto nell'Italia napoleonica Lo studio esamina le dinamiche...

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Nell’ultimo decennio si è fatto via via sempre più vivo l’interesse per le mostre, intese come strumento di attività critica e storiografica, fino ad arrivare al riconoscimento del momento espositivo come elemento essenziale per una corretta ricognizione del panorama artistico.
Con il sesto numero di Ricerche di S/Confine, appunto dedicato alle pratiche espositive, ci siamo posti quindi l’obbiettivo di riflettere sulla natura, sulle caratteristiche e sull’importanza di questi eventi, effimeri quanto persistenti nella memoria, con l’approccio multidisciplinare che contraddistingue da sempre la nostra rivista. Il numero presenta un ricco, seppur ovviamente non esaustivo, caleidoscopio di documenti, letture e critiche ed è organizzato cronologicamente. Si apre con un articolo di Maria Pia Pagani che analizza l’influenza che può aver avuto l’assidua frequentazione delle esposizioni d’arte da parte di D’Annunzio sulla costruzione scenica de La figlia di Iorio. Segue lo scritto di Manuela Soldi, che ricostruisce criticamente l’Esposizione Beatrice, mettendola in relazione con il generale contesto di emancipazione femminile che andava delineandosi alla fine del XIX secolo. Aurora Roscini Vitali, invece, presenta uno studio sulla cittadella espositiva creata da Armando Brassini per La mostra del Lazio del 1923, divenuta in seguito il set del film Quo Vadis. Il saggio di Gianpaolo Angelini prende in esame la riorganizzazione del Museo dell’Alto Adige, un evento espositivo propagandistico, volto ad affermare l’appartenenza del territorio all’Italia fascista. Alessandra Casati propone una lettura della storica mostra milanese del 1951 sul Caravaggio, realizzata attraverso gli articoli apparsi sulla stampa non specialistica e sui quotidiani, mentre Luca Pietro Nicoletti propone una precisa e corretta ricostruzione della prima edizione della manifestazione Alternative Attuali, ideata da Enrico Crispolti. Ai rapporti che la Galleria Niccoli di Parma ha intessuto con l’ambiente artistico giapponese è dedicato, invece, il saggio di Martina Mariani, mentre Raffaella Perna fa luce sulla figura della gallerista Romana Loda, personaggio chiave per la diffusione dell’arte femminista nell’Italia degli anni Settanta. Il contributo di Elena Fava si incentra su un argomento particolarmente attuale, il cibo in relazione alle sperimentazioni artistiche contemporanee, mentre il saggio di Jennifer Malvezzi si concentra sul suono, ricostruendo la prima mostra europea di sound-art Sonorità Prospettiche, tenutasi a Rimini nel 1982.
I successivi saggi affrontano il tema espositivo con uno sguardo alle pratiche curatoriali più strettamente contemporanee: Alessandra Piatti analizza i differenti approcci espositivi impiegati dai musei italiani per allestire opere complesse (installazioni, site-specific, arte partecipata, etc…), mentre Federica Boragina documenta il fenomeno delle mostre negli spazi domestici dagli anni Novanta a oggi. Attraverso un excursus lungo i suoi primi dieci anni di storia, Stefania Zuliani ci propone un’accurata analisi della più “giovane” delle biennali d’arte, Manifesta,  invece Elena di Raddo riflette sul recente reenactment della famosa mostra degli anni Settanta La ripetizione differente, che apre a interessanti considerazioni sulla pratica tipicamente postmoderna di “rilettura” del momento espositivo. Infine, Gaia Clotilde Chernetich presenta una cronaca critica del simposio internazionale di arti performative IMPACT14 On Exposure tenutosi nel novembre scorso presso il centro coreografico Pact Zollverein di Essen.
Come di consueto il numero si chiude con la sezione “ricerche in corso”, nella quale è presentato uno studio di Amalda Cuka sulle relazioni italo-albanesi, con particolare attenzione all’esperienza degli artisti albanesi che si sono formati all’Accademia di Belle Arti di Roma tra il 1914 e il 1943.

Buona lettura.
La Redazione

ARCHIVIO

Gli archivi del corpo – Dossier 5 (2019)
Introduzione

Gaia Clotilde Chernetich Il dossier Gli archivi del corpo si iscrive in un percorso di ricerca e di scambio accademico articolato e ampio che, a partire dagli studi sulla danza, rintraccia i collegamenti che quest’ultima intesse con i temi dei memory studies e con le...

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