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Il contributo focalizza l’attenzione sulle prime esperienze milanesi delle esposizioni d’arte e industria mettendo in rilievo quella del 1872 integrata con una Esposizione d’arte antica, quella del 1874 incentrata su una grande raccolta di arti applicate (Esposizione storica d’arte industriale) e, soprattutto, quella del 1895 (Esposizione eucaristica) precipuamente pensate per i cimeli d’arte sacra della Lombardia.
Le recenti esposizioni dedicate a Giotto e a Dante offrono la possibilità di fare alcune considerazioni sul fenomeno delle mostre d’arte di ambito medievale. Per Giotto, il punto di partenza non può non essere l’esposizione del 1937 che, messa in risonanza con tutte quelle principali successive, contribuisce alla ricostruzione della stessa vicenda critica giottesca attraverso le differenti tradizioni di studi. Per Dante, il problema è la modalità con cui mettere in rapporto proficuo le vicende biografiche e letterarie con le esigenze espositive; il contributo offre un primo bilancio critico delle diverse proposte italiane in occasione del settimo centenario della sua morte.
Il contributo consente di ripercorrere le principali esposizioni d’arte medievale proposte dalla seconda metà del XX secolo con focus privilegiato sulla questione del modello di racconto che si è voluto “esporre” e quindi sui presupposti ideologici. L’occasione è dunque ottimale per proporre il primo bilancio critico sulle mostre d’arte medievale organizzate dallo scrivente a Parma.
Il saggio intende rispondere a una domanda: esiste una differenza reale tra un’esposizione di oggetti d’arte di epoca medievale e una mostra sul “Medioevo”? Una analisi estesa su un numero statisticamente rilevante di iniziative espositive dell’ultimo quarto di secolo, che, stricto o latu sensu interessano il medioevo, fornisce alcuni spunti per una riflessione più vasta sulla percezione dell’età di mezzo che tali mostre possono contribuire a plasmare.
L’articolo mira a ricostruire la vicenda del progetto per le Sale dei Primitivi agli Uffizi eseguito da Ignazio Gardella, Giovanni Michelucci e Carlo Scarpa (1953-1956). Si intende mettere in luce la genealogia del progetto emersa dallo studio dei documenti archivistici, delle fonti bibliografiche e dei dati raccolti grazie al rilievo strumentale e fotografico dell’area di progetto. Tale confronto permette di dimostrare quanto il progetto si inserisca perfettamente nella storia degli Uffizi e si fondi sul principio del minimo intervento.
Veicolando le più recenti conquiste dell’archeologia medievale in terra lombarda attraverso un linguaggio di pronta presa, la mostra milanese I Longobardi e la Lombardia (Palazzo Reale, 1978) toccava le corde più profonde di una memoria collettiva strettamente legata al territorio. L’ampio successo di pubblico ottenuto impone di ampliare l’angolo d’analisi da una prospettiva specialistica all’interrogazione sulle ricadute dell’evento in ambito museale e identitario tra anni Settanta e Ottanta.
Il dibattito relativo all’allestimento di mostre e all’utilizzo delle opere d’arte, al loro spostamento in funzione espositiva, è oggetto di diverse pubblicazioni. Il caso attinente all’arte medioevale è complesso per il valore e la delicatezza dei materiali necessari all’esposizione. L’autore presenta alcuni casi in cui è stato coinvolto segnalando sia la positività che la criticità dell’operazione. Le nuove tecnologie comunicative possono limitare i rischi dell’esposizione di opere delicate e sensibili agli spostamenti integrando le informazioni e gli aspetti formativi a scapito della commercializzazione degli eventi.
Il contributo analizza, attraverso le parole del suo stesso ideatore, il progetto di allestimento della mostra Giotto, l’Italia a Palazzo Reale di Milano (2 settembre 2015-10 gennaio 2016), realizzato dallo studio Mario Bellini Architects dando vita a una “macchina scenica” altamente suggestiva e al contempo attenta tanto alla dimensione conservativa, quanto alla lettura contestuale dei capolavori del maestro toscano..
La mostra Medioevo a Pistoia. Crocevia di artisti fra Romanico e Gotico, organizzata da Fondazione Pistoia Musei nel 2022, offre lo spunto per affrontare alcune questioni di ordine più generale. Da un lato l’idea di esposizione come progetto culturale che mira a costruire un “dispositivo” capace di produrre e diffondere conoscenza a vari livelli; dall’altro il rapporto tra mostra e museo, che in questo caso specifico è particolarmente significativo in quanto l’inaugurazione di Medioevo a Pistoia ha coinciso con la parziale riapertura dell’Antico Palazzo dei Vescovi come sede museale dopo un lungo intervento di restauro.
Gaia Clotilde Chernetich Il dossier Gli archivi del corpo si iscrive in un percorso di ricerca e di scambio accademico articolato e ampio che, a partire dagli studi sulla danza, rintraccia i collegamenti che quest’ultima intesse con i temi dei memory studies e con le...
Nicola Catelli, Luca Di Sabatino, Paolo Rinoldi La miscellanea Disïata parola, imagine divina. Parma per Dante 2019-2021 raccoglie e mette a disposizione di un più ampio pubblico alcuni degli interventi presentati nei primi due cicli di conferenze della rassegna Parma...
Elisabetta Modena, Valentina Rossi e Marco Scotti Gli atti pubblicati in questo numero contengono i contributi proposti o maturati nell'ambito del convegno The lockdown of the projects a cura di Elisabetta Modena, Valentina Rossi, Marco Scotti e Anna Zinelli, e...
di Alberto Salarelli Il nuovo numero di Ricerche di S/Confine che queste poche righe hanno lo scopo di introdurre, tratta di un tema quanto mai attuale non solo negli ambiti di studio più frequentemente percorsi dalla nostra rivista ma, in generale, per tutto quanto...
«...La chair est triste, hélas! et j’ai lu tous les livres. Fuir! là-bas fuir!». (S. Mallarmé, Brise marine) Il quarto numero della rivista “Ricerche di S/Confine” è dedicato al tema del Viaggio; viaggio allegorico naturalmente, da intendersi nel senso etimologico...
Franco Acquaviva - Roberta Gandolfi Questo dossier è figlio di un appuntamento che il Teatro delle Selve ha promosso e organizzato con cadenza annuale, nel 2010, 2011 e 2012, sotto l'ala di un festival sui generis come Teatri Andanti, sulle sponde del lago d’Orta, in...
di Luigi Allegri Siamo al terzo numero della rivista. E il punto di partenza, lo sguardo con cui osservare la cultura e il mondo ci porta ancora a parlare di spazi. Spazi fisici, architettonici, geografici, ma anche spazi mentali e simbolici, spazi dell'istituzione e...
Muri come Elemento architettonico (superfici, supporti, strutture) Confine reale e metaforico (culture, ideologie, simboli, geografie) Dispositivo di controllo, di separazione, di razionalizzazione Iconografie, racconti, rappresentazioni Queste le parole chiave...
di Luigi Allegri Un'altra rivista? Sì, un'altra rivista. Non perché manchino gli spazi per la pubblicazione dei propri lavori, ma proprio perché tanti e forse troppi ce ne sono. Spazi che a noi sembrano spesso non adeguati, per varie ragioni. Perché luoghi di...
Questo numero vuole offrire una riflessione critica sulla storia e il ruolo della catalogazione come strumento di organizzazione del sapere e di tutela dei beni culturali, anche attraverso un’analisi dell’evoluzione dell’inventario da ‘lista delle cose’ a strumento digitale di valorizzazione e comunicazione di una collezione, riflettendo inoltre sull’importanza del catalogo come forma di ricognizione individuale e/o di rappresentazione collettiva.