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Gli interrogativi che si pongono nel Dossier, che nasce dalla collaborazione tra il Dipartimento Lettere, Arti, Storia e Società dell’Università di Parma e il Muzej suvremene umjetnosti di Zagabria, sono riconducibili a due specifici interessi: proporre una prospettiva d’indagine storica fondata sul confronto con nuovi schemi interpretativi e con le attuali riflessioni sul ruolo della critica; il secondo è quello di iniziare a compiere un’analisi delle linee di indagine della generazione di curatori che, dagli anni ’90 del ‘900 ad oggi, si misura con geografie culturali progressivamente ridisegnate.
Nel quadro della complessa rete di rapporti che collegano ricerche e protagonisti delle avanguardie europee negli anni Venti, il saggio porta l’attenzione sull’esperienza del gruppo costruttivista triestino, che vede proprio nella sala costruttivista della I esposizione del Sindacato di belle arti e del Circolo artistico di Trieste (1927) la sua realizzazione più significativa.
Nel 1950 la Jugoslavia ritorna alla Biennale di Venezia con un padiglione nazionale; nel 1956 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma ospita la mostra di arte contemporanea jugoslava curata da Zoran Križić; nel 1957 la Jugoslavia partecipa alla XI Triennale di Milano. L’analisi tende a ricostruire le dinamiche di scambio tra questi due territori in un momento di intenso dibattito sulla dimensione internazionale della ricerca artistica.
Il saggio analizza le ricadute della pubblicazione degli scritti di G.C. Argan a Zagabria a partire dal 1960 e la contemporanea aggregazione di Nuove Tendenze nella capitale croata. Si analizza la valutazione da parte dello storico italiano degli esiti delle esposizioni di Nove tendencije che mostrarono presto che non esisteva una effettiva concordanza tra le rivendicazioni teoriche e le opere d’arte cinetica e optical ivi proposte.
Tenutasi nell’ambito della quarta manifestazione di Nove tendencije, nel maggio 1969, Typoezija-Typoetry fu una mostra che presentò ricerche poetico-visuali di grande sperimentazione, tra Italia e ex-Jugoslavia. Di Typoezija pochi parlano, forse data la diversità della ricerca degli artisti che vi parteciparono, solo apparentemente così distanti dai programmati e dai cinetici. Il contributo, partendo da queste considerazioni, vuole dimostrare che la prossimità tra le due aree della ricerca era invece notevole.
La mostra Nova tendencija 3 a Zagabria (1965) si propone di fare definitivamente chiarezza su compiti e strategia del movimento. L’analisi del contributo di Mari a Nova tendencija 3 e del progetto vincitore del concorso – lo Strumento visuale di Michel Fadat – costituisce un’opportunità di esercizio storiografico e metodologico per provare a stabilire nuove modalità di relazione tra il piano formale delle opere e il contesto, e a riconsiderare l’eredità di tutta l’esperienza di Nuova tendenza.
The author discusses the political and social context that made progressive and critical art practices possible in the communist Yugoslavia at the turbulent end of the 1960s concentrating on the example of Student Center and SC Gallery in Zagreb, one of the most important venues for the beginnings of conceptual art in Croatia.
Nell’estate del 1972 Paolo Cardazzo (direttore della Galleria del Cavallino, Venezia) e Ladislav Barišić (direttore della Galleria Likovna, Motovun), in collaborazione con il Museo Etnografico di Pazin organizzano un incontro a Motovun a cui sono invitati artisti italiani e iugoslavi. Gli artisti condividono un’esperienza di convivenza, e partecipano in loco alla gara di pittura ex-tempore, presentando poi i propri lavori negli spazi della Galleria Likovna. Dato il successo riscosso, si dà continuità all’iniziativa che proseguirà sino al 1984.
IlIntervista a Matko Meštrović fondatore con Božo Bek e Almir Mavignier del movimento di Nove tendencije, e che nel 1968 è stato uno dei membri del comitato organizzativo della sezione Computers and Visual Research di tendencije 4 e redattore della rivista Bit International.
Conversazione con Želimir Koščević la cui direzione della Galerija dello Studentskog Centra di Zagabria coincide con l’emergere delle nuove ricerche artistiche sperimentali, concettuali e performative, generalmente indicate come New Art Practice jugoslava, e con una seconda “ondata” di collaborazioni tra Zagabria e artisti italiani di una generazione successiva a quella della prima fase di Nove tendencije.
Una memoria di Biljana Tomić su Paolo Scheggi e sulla performance Oplà-Stick. Passione secondo Paolo Scheggi, da questi ideata e messa in scena alla mostra Typoezija-Typoetry, organizzata nel contesto della manifestazione di Tendencije 4alla Galleria del Centro Studentesco di Zagabria.
The text discusses recent works by five artists and one artistic duo originating from Croatia: through the works in question it seeks to accentuate some of the key elements that could describe something as the “national art scene”.
Questo scritto offre una panoramica generale sull’attività culturale svolta da Trieste Contemporanea e diretta prevalentemente alla produzione di progetti di arte contemporanea e alla divulgazione della storia della cultura visiva recente dell’Europa centro orientale. Una particolare attenzione negli esempi provveduti è rivolta alle iniziative realizzate con partner croati o dedicate alla recente storia artistica della Croazia.
Questo articolo indaga l’affermazione di una ricezione critica di Gorgona in Italia attraverso uno specifico caso di studio, individuato nella residenza d’artista a cui hanno partecipato alcuni esponenti del gruppo presso il castello di Brunnenburg (Merano), organizzata dal collezionista ed editore veronese Francesco Conz in collaborazione con l’MSU di Zagabria nel 1991.
Il testo dà conto di esperienze e progetti di collaborazione italiana e croata che le due curatrici conducono da ormai cinque anni: Risque d’attente e Clueless. Inconcludenze quotidiane, che costituiscono un modello espositivo che coinvolge artisti di differenti nazionalità, una priorità per evitare il format delle mostre concepite in chiave nazionalistica e i modelli pragmatici di scambi bilaterali al livello nazionale.
Si analizza il lavoro dell’artista croato David Maljković (Rijeka 1973-) che ha continuato a tessere relazioni con il passato, non solo del proprio paese ma anche con la memoria storica e artistica dell’Italia. A partire dalla mostra Italia Italie Italien Italy Whocky (2008), le ricerche che legano l’artista al nostro paese si sono intensificate fino ad arrivare alla sua prima personale in un museo italiano, Sources in the Air (ottobre 2013) presso la GAMeC di Bergamo.
Radmila Iva Janković ha intervistato nel luglio 2013 Ðuro Seder, artista che aveva partecipato al gruppo Gorgona e preso parte alla residenza d’artista a Brunnenburg nel 1991 organizzata da Francesco Conz con l’obiettivo di includere il gruppo di artisti nel progetto La Livre, una monumentale edizione d’artista dedicata a Ezra Pound.
Radmila Iva Janković ha intervistato nel luglio 2013 Josip Vaništa, artista che aveva partecipato al gruppo Gorgona e preso parte alla residenza d’artista a Brunnenburg nel 1991, organizzata da Francesco Conz con l’obiettivo di includere il gruppo di artisti nel progetto La Livre, una monumentale edizione d’artista dedicata a Ezra Pound.
Francesca Zanella Che significato ha, e quali strumenti richiede, creare un museo/archivio come luogo d’indagine storico-critica, un museo che individua come campo d’indagine un tema specifico come quello del “non realizzato” nelle pratiche artistiche contemporanee?...
Gaia Clotilde Chernetich Il dossier Gli archivi del corpo si iscrive in un percorso di ricerca e di scambio accademico articolato e ampio che, a partire dagli studi sulla danza, rintraccia i collegamenti che quest’ultima intesse con i temi dei memory studies e con le...
Nicola Catelli, Luca Di Sabatino, Paolo Rinoldi La miscellanea Disïata parola, imagine divina. Parma per Dante 2019-2021 raccoglie e mette a disposizione di un più ampio pubblico alcuni degli interventi presentati nei primi due cicli di conferenze della rassegna Parma...
Elisabetta Modena, Valentina Rossi e Marco Scotti Gli atti pubblicati in questo numero contengono i contributi proposti o maturati nell'ambito del convegno The lockdown of the projects a cura di Elisabetta Modena, Valentina Rossi, Marco Scotti e Anna Zinelli, e...
di Alberto Salarelli Il nuovo numero di Ricerche di S/Confine che queste poche righe hanno lo scopo di introdurre, tratta di un tema quanto mai attuale non solo negli ambiti di studio più frequentemente percorsi dalla nostra rivista ma, in generale, per tutto quanto...
«...La chair est triste, hélas! et j’ai lu tous les livres. Fuir! là-bas fuir!». (S. Mallarmé, Brise marine) Il quarto numero della rivista “Ricerche di S/Confine” è dedicato al tema del Viaggio; viaggio allegorico naturalmente, da intendersi nel senso etimologico...
Franco Acquaviva - Roberta Gandolfi Questo dossier è figlio di un appuntamento che il Teatro delle Selve ha promosso e organizzato con cadenza annuale, nel 2010, 2011 e 2012, sotto l'ala di un festival sui generis come Teatri Andanti, sulle sponde del lago d’Orta, in...
di Luigi Allegri Siamo al terzo numero della rivista. E il punto di partenza, lo sguardo con cui osservare la cultura e il mondo ci porta ancora a parlare di spazi. Spazi fisici, architettonici, geografici, ma anche spazi mentali e simbolici, spazi dell'istituzione e...
Muri come Elemento architettonico (superfici, supporti, strutture) Confine reale e metaforico (culture, ideologie, simboli, geografie) Dispositivo di controllo, di separazione, di razionalizzazione Iconografie, racconti, rappresentazioni Queste le parole chiave...
di Luigi Allegri Un'altra rivista? Sì, un'altra rivista. Non perché manchino gli spazi per la pubblicazione dei propri lavori, ma proprio perché tanti e forse troppi ce ne sono. Spazi che a noi sembrano spesso non adeguati, per varie ragioni. Perché luoghi di...