Il documentario d’arte in Italia – Vol. IX, n. 1 (2018)
Editoriale

ARCHIVIO RIVISTA

Cataloghi: storie soluzioni e prospettive
vol. XI, n. 1 (2022)

Questo numero vuole offrire una riflessione critica sulla storia e il ruolo della catalogazione come strumento di organizzazione del sapere e di tutela dei beni culturali, anche attraverso un’analisi dell’evoluzione dell’inventario da ‘lista delle cose’ a strumento digitale di valorizzazione e comunicazione di una collezione, riflettendo inoltre sull’importanza del catalogo come forma di ricognizione individuale e/o di rappresentazione collettiva.

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Il documentario d’arte in Italia
Vol. IX, n. 1 (2018)

Cristina Casero - Sara Martin - Federica Veratelli Editoriale Full Text Federico Longari Solazzi Il cinegiornale come mezzo di propaganda: Varo e viaggio inaugurale del Conte di Savoia della compagnia Italia di Navigazione (1930) L'articolo propone un confronto tra un...

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ARCHIVIO DOSSIER

Gli archivi del corpo
Dossier 5 (2019)

Gli archivi del corpo Gaia Clotilde Chernetich Introduzione Full Text I. Gli archivi del corpo fra danza, letteratura e drammaturgia (XVIII e XIX secolo) Paolo Russo Dall'opera al ballo e ritorno: Cesare in Egitto nell'Italia napoleonica Lo studio esamina le dinamiche...

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Cristina Casero – Sara Martin – Federica Veratelli

Oggetto di indagine di questo ultimo numero della rivista Ricerche di S/Confine è il documentario d’arte, di cui si intende indagarne la storia e l’evoluzione in Italia, dagli esordi fino agli esiti più recenti, e nelle sue varie declinazioni. Dal suo uso originale come strumento di indagine critica, ai suoi sviluppi successivi come genere artistico narrativo grazie alle sperimentazioni RAI, fino alle più recenti formule riempisala, le vicende del film d’arte non hanno mai smesso di appassionare – e contrariare – artisti, critici, storici e pubblico. Diversi sono i supporti con i quali, nel corso del Novecento e nei primi vent’anni del nuovo millennio, sono state registrate le pratiche artistiche e le indagini critiche attorno alla creazione del documentario d’arte. Si tratta di una documentazione varia ed eterogenea che troviamo oggi conservata in archivi, musei, fototeche, fondazioni, collezioni pubbliche e private, che spazia dalle sceneggiature ai carteggi, dalla fotografia fino ai recenti formati audiovisivi. Una documentazione diversificata che richiede, ed esige, dunque, svariati approcci metodologici.

In linea con il profilo interdisciplinare che da sempre la caratterizza, la rivista ha accolto alcune proposte che indagano il documentario d’arte in prospettiva storica, ma con attenzione ai nuovi sviluppi in rapporto alle nuove tecnologie e ai nuovi supporti, a nuovi temi e sensibilità, come alle diverse strategie di trasmissione. In linea anche con la Scuola di Alta Formazione in Cinema Documentario e Sperimentale, organizzata dall’Università di Parma con la Cineteca di Bologna e finanziata dalla Regione Emilia-Romagna attraverso fondi europei, Ricerche di S/Confine si propone di riflettere non solo sul valore del documentario da un punto di vista estetico, storico, formale, ma anche di costruire un rapporto attivo e proficuo con l’attività pratica e fattiva della realizzazione del prodotto audiovisivo, indagandone metodi e pratiche con l’obiettivo di una ricerca integrata sia a livello di studio accademico che a livello di formazione avanzata.

Il cuore di questo numero è costituito da quattro interventi che indagano lo sviluppo del documentario d’arte in Italia in prospettiva storica. La particolare formula del cinegiornale di epoca fascista, è analizzata da Federico Longari Solazzi con la sua indagine sul film ‘industriale’ Varo e viaggio inaugurale del Conte di Savoia (1930), conservato presso la Fototeca della Fondazione Ansaldo di Genova. Realizzato nel 1930 per celebrare l’impresa della compagnia Italia di Navigazione, il filmato costituisce una interessante testimonianza della politica propagandistica di regime, qui realizzata con la visita alla nave Conte di Savoia, un vero gioiello di “arte integrata”, grazie al lavoro in tandem dell’ingegnere navale Nicolò Costanzi (1893-1968) con l’architetto d’interni Gustavo Pulitzer Finali (1887-1967). L’indagine su un pittore come Caravaggio, ovvero un caso-limite anche per la particolare storia critica della sua riscoperta, permette a Lara Scanu di indagare il ruolo attivo degli storici dell’arte impegnati nella realizzazione delle sceneggiature per le produzioni RAI a partire dagli anni Sessanta del Novecento.

Il rapporto tra arte e televisione è un tema che negli ultimi tempi è stato oggetto sia di interessanti ricognizioni di carattere generale, sia di affondi più mirati. Testimonianza dell’attenzione critica dedicata a tale argomento è anche il saggio di Alice Militello, che si concentra sulla esperienza di Franco Simongini, analizzando Ritratto d’autore, Artisti d’oggi e Come nasce un’opera d’arte. L’indagine di queste trasmissioni consente all’autrice di illustrare la fortuna che l’arte contemporanea in televisione ebbe negli anni Settanta e di delineare sinteticamente la storia di questo fertile rapporto.

All’attualità ci porta l’intervento di Chiara Tonelli, il cui saggio è incentrato intorno ai video che la Collezione Maramotti realizza per il proprio canale YouTube. Dal 2011, infatti, le mostre e gli eventi che sono organizzati nello spazio espositivo della importante istituzione reggiana vengono documentati e resi disponibili al pubblico attraverso uno degli strumenti più utilizzati nell’era dei social: sull’analisi di questi interessanti documentari si soffermano le riflessioni di Tonelli.

Questo numero è inoltre arricchito dagli interventi raccolti nelle sezioni Interviste e Recensioni. Nella prima sezione, Sara Martin ha dialogato con i filmmaker Ila Bêka e Louise Lemoîne, che da anni conducono interessanti sperimentazioni cinematografiche “documentando” l’architettura contemporanea e lo spazio urbano. Valentina Rossi, invece, ha intervistato Mario Gorni, una figura fondamentale per l’arte contemporanea, fondatore di Careoff e conservatore dell’archivio di uno dei più importanti centri di documentazione sull’arte contemporanea in Italia. Chiude Dorothea Burato con la recensione del volume Documentario come arte. Riuso, performance, autobiografia nell’esperienza del cinema contemporaneo (Venezia, Marsilio, 2018) di Marco Bertozzi che, nella sua doppia veste di filmmaker e studioso, propone una teoria estetica del documentario d’arte contemporaneo.

ARCHIVIO

Gli archivi del corpo – Dossier 5 (2019)
Introduzione

Gaia Clotilde Chernetich Il dossier Gli archivi del corpo si iscrive in un percorso di ricerca e di scambio accademico articolato e ampio che, a partire dagli studi sulla danza, rintraccia i collegamenti che quest’ultima intesse con i temi dei memory studies e con le...

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