Il viaggio – vol. IV, n. 1 (2013)
EDITORIALE

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Gli archivi del corpo
Dossier 5 (2019)

Gli archivi del corpo Gaia Clotilde Chernetich Introduzione Full Text I. Gli archivi del corpo fra danza, letteratura e drammaturgia (XVIII e XIX secolo) Paolo Russo Dall'opera al ballo e ritorno: Cesare in Egitto nell'Italia napoleonica Lo studio esamina le dinamiche...

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 «…La chair est triste, hélas! et j’ai lu tous les livres. Fuir! là-bas fuir!».
(S. Mallarmé, Brise marine)

Il quarto numero della rivista “Ricerche di S/Confine” è dedicato al tema del Viaggio; viaggio allegorico naturalmente, da intendersi nel senso etimologico greco di quest’ultimo termine, per “dire altro” ed essere condotti naturalmente “verso altro”. Il tema del viaggio può essere analizzato nella pluralità dei suoi significati: il viaggio visto come ricerca interiore, come studio, come evasione, come fuga, come esplorazione, ma soprattutto come confronto fra realtà, culture e arti diverse, in continuità stretta coi temi sviluppati nei precedenti numeri della nostra rivista.

Diviso in tre sezioni (In viaggio/Itinerari di viaggio: immagini, testi, persone; Rappresentazioni di viaggio; Il viaggio come metafora) il numero è aperto da un saggio di Vanja Strukelj che ci porta in Egitto nel 1869 all’inaugurazione del Canale di Suez e alle molteplici manifestazioni e messa in immagine connesse a quell’evento spettacolare. Seguono il testo di Alberto Salarelli dedicato a uno dei primi esempi di narrativa enogastronomica, Il ghiottone errante di Paolo Monelli – pubblicato nel 1935 – e lo studio di Roberta Gandolfi che analizza la lunga tournée in Africa, Medio Oriente e nelle Americhe, dell’Ensemble di Peter Brook, viaggio in compagnia del poema persiano Il verbo degli uccelli. Chiudono la prima sezione due ricerche dedicate all’arte della fine del Novecento: uno scritto di Anna Zinelli sulle “esposizioni in tempo reale” di Franco Vaccari in cui la riflessione sulla rappresentazione del “viaggio” e sulla sua “presentazione” diventa occasione di riflessione sul linguaggio fotografico e un contributo di Marco Scotti che ricostruisce il progetto Untitled and Unfinished (Afghanistan) che l’artista Jonathan Monk ha pensato – omaggio a Alighiero Boetti – assieme alla gallerista Sonia Russo come un viaggio verso i laghi afgani di Band-E-Amir.

La seconda sezione (Rappresentazioni di viaggio), vede un articolo firmato a più mani da Ugo Comollo, Matteo Gallo e Ursula Zich in cui si indagano le ricadute nelle note grafiche di viaggio delle differenti tecniche di rappresentazione (dallo schizzo nei carnets de voyage, all’ausilio della Camera Obscura, fino alla Fotografia) in direzione di una sempre più rapida raffigurazione del reale. Si passa poi al cinema con un saggio di Michele Guerra dedicato al capolavoro di Michelangelo Antonioni Il grido in cui si indaga dapprima il rapporto tra i personaggi ed il paesaggio attraversato e rappresentato e quindi il ruolo dei differenti sguardi del personaggio e dello spettatore.

Due articoli sono dedicati all’Arte Moderna. Elisabetta Fadda analizza la personalità del ferrarese Bartolomeo Cancellieri – pittore in viaggio tra Ferrara, Roma, Napoli, Mantova e Parma alla metà del Cinquecento – e a questo poco noto artista riferisce il Ritratto allegorico di Carlo V attribuito a Parmigianino, di cui rintraccia la presenza tra i quadri sequestrati a Colorno a Barbara Sanseverino nel 1612. A Pietro Giacomo Palmieri e ai suoi soggiorni – a Parigi dal 1773 e il 1778 e a quello successivo a Torino – è dedicato invece lo studio di Chiara Travisonni, che oltre ai viaggi veri e propri dell’artista intesi in senso spaziale, ci conduce in un itinerario fra le diverse tecniche artistiche impiegate dal pittore.

Con Elisa Bini si torna a parlare di fotografia ed esattamente dei ‘viaggi’ che hanno consentito la diffusione del dagherrotipo negli Stati Uniti. Chiude la sezione l’articolo di Maria Pia Pagani sulle traduzioni in Russo de La locandiera di Carlo Goldoni e sulle non poche varianti introdotte nelle loro diverse raffigurazioni sceniche. Anche tra le Ricerche in corso continua il tema del viaggio (esattamente un viaggio delle forme), col testo di Alessandra Casati che si occupa della circolazione e della persistenza dei modelli della scultura barocca romana in Lombardia tra Sei e Settecento. A chiudere il numero è infine una ricerca di Amalda Cuka sul Realismo socialista in Albania che sottolinea i rapporti culturali intrattenuti dagli artisti con l’Europa ed in particolare con l’Italia nel periodo tra le due guerre. Attorno al tema del viaggio gli autori hanno discusso dunque di arte, letteratura, teatro, cinema e fotografia e non solo, convinti che la ricerca anche in ambito accademico, debba avere una dimensione multidisciplinare: convinzione su cui la nostra rivista, “Ricerche di S/confine”, evidentemente si fonda.

 

Buona lettura a tutti.

LA REDAZIONE

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Gli archivi del corpo – Dossier 5 (2019)
Introduzione

Gaia Clotilde Chernetich Il dossier Gli archivi del corpo si iscrive in un percorso di ricerca e di scambio accademico articolato e ampio che, a partire dagli studi sulla danza, rintraccia i collegamenti che quest’ultima intesse con i temi dei memory studies e con le...

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DENTRO/FUORI – vol. III, 1 (2012)
EDITORIALE

di Luigi Allegri  Siamo al terzo numero della rivista. E il punto di partenza, lo sguardo con cui osservare la cultura e il mondo ci porta ancora a parlare di spazi. Spazi fisici, architettonici, geografici, ma anche spazi mentali e simbolici, spazi dell'istituzione e...

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I MURI – vol. II, n. 1 (2011)
EDITORIALE

Muri come Elemento architettonico (superfici, supporti, strutture) Confine reale e metaforico (culture, ideologie, simboli, geografie) Dispositivo di controllo, di separazione, di razionalizzazione Iconografie, racconti, rappresentazioni  Queste le parole chiave...

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Cataloghi: storie soluzioni e prospettive
vol. XI, n. 1 (2022)

Questo numero vuole offrire una riflessione critica sulla storia e il ruolo della catalogazione come strumento di organizzazione del sapere e di tutela dei beni culturali, anche attraverso un’analisi dell’evoluzione dell’inventario da ‘lista delle cose’ a strumento digitale di valorizzazione e comunicazione di una collezione, riflettendo inoltre sull’importanza del catalogo come forma di ricognizione individuale e/o di rappresentazione collettiva.

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